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Nunzia Fulco – Prigioniera per caso

Nunzia Fulco - Prigioniera per caso

 

Ci sono “turisti per caso”, “scrittori per caso”, “genitori per caso”, perfino “eroi per caso”. E può capitare di diventare anche “prigionieri per caso”. Cosa succederebbe se una mattina qualcuno bussasse alla vostra porta e vi trascinasse via dalla vostra vita senza una spiegazione? Se al posto del vostro quotidiano improvvisamente vi trovaste a fare i conti con un’esistenza decisa da altri? Difficile immaginarlo, nemmeno con uno sforzo di fervida fantasia. Eppure la storia narrata in questo libro è accaduta davvero. I contorni rocamboleschi della vicenda sono però solo la cartina di tornasole di qualcosa di più profondo, di un male che sta alla radice. Non è il cosa è successo che fa di questa storia un monito universale, ma il come sia potuto succedere. Perché, intendiamoci, si sta parlando di qualcosa che accade ogni giorno, a centinaia di persone. “Nessuno si senta escluso” cantava De Gregori in La storia siamo noi, alludendo a quella concatenazione di fatti che da semplici spettatori ci impone, talvolta, di diventare protagonisti. La storia sceglie i suoi eroi “per caso”, esattamente come decide chi sarà a cambiarne il suo corso. Talvolta questo onere tocca a protagonisti involontari, che dimostrano al resto del mondo, attraverso lo spirito di sopravvivenza insito in ogni essere umano, che la storia si può cambiare anche solo resistendo. Il modo per resistere che Nunzia Fulco ha scelto, durante i terribili anni del carcere, è stato scrivere queste pagine, giorno dopo giorno, senza nemmeno l’intento di farle diventare qualcosa. Fissare i pensieri su un foglio di carta come unico appiglio, unica finestra su una libertà che nessuno di noi immagina quanto sia fragile; nessuno tranne lei e chi come lei ha sentito addosso il peso di averla persa senza un vero motivo. Leggere questo libro non è un’esperienza semplice, perché mette in discussione il diritto che ciascuno di noi sente come acquisito e inalienabile. Però è fondamentale farlo, perché ci sia sempre chiaro che laddove viene messo in discussione, laddove si perpetri un’ingiustizia, tocca a noi difendere quel principio con tutti gli strumenti che abbiamo, fossero anche, soltanto, un pezzo di carta e una penna.

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